venerdì 16 gennaio 2009

Birra spaziale....o trovata pubblicitaria?

Sfogliando il settimanale Vanity Fair, edito dal Corriere della Sera, sono incappata in un articolo scritto da Giovanni F. Bignami dal titolo "La birra spaziale? Meglio la vodka!".

L'autore del pezzo è un Accademico dei Lincei, ha una laurea in fisica e per di più si occupa di ricerca spaziale, inoltre è stato presidente dell'Agenzia Spaziale Italiana.




Vi domanderete il perché di questo ampio preambolo, a dire la verità ero indecisa se pubblicare o meno la notizia che ha sì una base scientifica, ma ad un occhio distratto potrebbe sembrare più una trovata pubblicitaria.


A mio avviso l'articolo è degno di essere menzionato e riportato in questo blog, che intende dare risalto a tutte le news provenienti dal mondo scientifico. Vediamo che cosa ha scritto Bignami.


<Se vi capita di visitare il Giappone nelle prossime settimane, non dimenticate di partecipare alla lotteria della birreria Sapporo per estrarre i nomi dei 60 fortunati che potranno bere la Space Beer. Si tratta di una birra all'apparenza normale, ma unica nel suo genere perché è stata fatta con orzo cresciuto sulla Stazione Spaziale Internazionale. Sono esperimenti di agricoltura spaziale che vengono fatti da diversi anni per sviluppare tecniche di coltivazione in assenza di gravità, per permettere ad astronauti in viaggio per Marte di avere insalata e verdura fresca.

Visti gli spazi ristretti disponibili, l'orzo è stato coltivato su pochi decimetri quadrati, e le bottiglie prodotte sono poche decine. Sicuramente la Sapporo, che aveva sponsorizzato l'iniziativa, avrebbe potuto guadagnarci, mettendo all'asta le bottiglie.
Crisi o non crisi, gli acquirenti non sarebbero mancati. Invece, la birreria giapponese ha preferito utilizzare l'occasione a scopo pubblicitario, lasciando la scelta dei pochi fortunati assaggiatori alla dea bendata.
Non che la Sapporo voglia diventare fornitore ufficiale di birra per la Stazione Spaziale. L'assenza di gravità gioca bruttissimi scherzi ai liquidi, che non possono cadere dalla bottiglia nel bicchiere ma devono essere succhiati. Per di più, le bollicine non si muovono verso l'alto a formare la schiuma ma rimangono in sospensione nel liquido, con risultati prevedibilmente disgustosi. Stesso vale, purtroppo, per lo champagne: quindi niente brindisi per gli astronauti.
Ad eccezione di quelli russi: la vodka non ha bollicine>. (Fonte Vanity Fair 14 gennaio 2009)

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